“Il tuo fidanzato è papà”, perchè è sbagliato essere genitori troppo gelosi: il parere del pedagogista
“Sei la fidanzatina di papà” è una frase che spesso viene detta scherzosamente alle figlie femmine, senza pensare alla problematicità di quella gelosia. Il pedagogista Luca Frusciello ha spiegato a Fanpage.it che questo tipo di protezione sottende il possesso, ma che in realtà i figli devono crescere liberi.
Una settimana fa Andrea Cerioli, un influencer italiano, noto per aver partecipato alla trasmissione televisiva Uomini e Donne, ha condiviso sui social un video con la sua bimba, Allegra, di pochi mesi.
Durante le riprese il papà parla alla piccola con un tono dolce e una vocina che scimmiotta il linguaggio dei bambini, per dirle che è troppo bella e lui teme che questa bellezza possa attrarre molti “fidanzatini” un giorno, ma lei deve ricordare che è la fidanzata del suo papà.
Questo atteggiamento che in buona fede vuole essere un atto d’amore e di protezione per la piccola, e dare vita a un contenuto ironico per il web, nasconde una distorsione educativa di cui ci ha parlato il pedagogista Luca Frusciello.
Il video postato su Instagram
Il video in cui il papà immagina scherzosamente un futuro in cui la sua bimba sarà contesa da tanti fidanzati che prenderanno il suo posto, ha raggiunto 3 milioni di persone, dando vita a commenti contrastanti.
Nel video il neo papà ironizzando dice: “Parliamo di cose serie, il primo fidanzato si vede a trent’anni, una volta sola a settimana, o due: il giovedì mattina e il sabato mattina”.
Poi prosegue spiegando il perché di questa gelosia: “Sei troppo bella, bisogna fare attenzione qui perché prima o poi arrivano tutti a chiederti se possono fidanzarsi con te. E tu dirai mi spiace no, ma sono fidanzata con il mio papà”.
Il video, il cui intento era quello di divertire i followers condividendo un momento intimo tra la piccola Allegra e il suo papà, ha reso virale un atteggiamento che molti genitori mettono in atto, fingendosi gelosi delle relazioni future delle proprie figlie.
Sotto il video oltre ad una pioggia di cuori e commenti positivi, c’è anche chi in quelle parole ha visgto dei meccanismi pericolosi: “Belli i meccanismi di possesso genitoriali. Soprattutto dal padre verso la figlia femmina. C’è molto patriarcato in questo”.
Il parere del pedagogista
Il pedagogista Luca Frusciello ha spiegato dunque a Fanpage.it qual è il confine tra protezione e gelosia, che alcuni genitori manifestano nei confronti dei propri figli.
“Partiamo dal presupposto che queste frasi vengono da sempre dette ai figli, la differenza è che se un tempo si dicevano nel privato, oggi si condividono sui social”.
Il pedagogista ha dunque spiegato che l’atteggiamento messo in atto dal papà non è nuovo alle sue orecchie ma che con l’assottigliarsi del confine tra pubblico e privato, causato dai social, certi atteggiamenti non fanno più solo ridere, ma riflettere.
“Dire “sei la fidanzata di papà”, prima dei social poteva essere una battuta che faceva ridere tra le mura di casa. Quando però si trasforma in un contenuto online, non fa più ridere, perché attraverso i social oggi si fa cultura e un contenuto, giusto o sbagliato che sia, diventa di tutti”.
Ma perché molti genitori ancora confondono la gelosia per amore nei confronti dei figli? Secondo Frusciello il problema principale sta nel fatto che analizzando la lingua italiana vi è un’enorme confusione per quanto riguarda il concetto di amore.
“Nella nostra lingua la parola amore si può declinare in tanti contesti differenti. L’amore è quello che si prova per un figlio, per un genitore ma è anche la passione per qualcosa. L’amore può essere inteso come atto fisico, esiste l’amore divino e l’amore amicale. Tutte queste forme d’affetto declinano diversamente una stessa parola depotenziandola e depotenziandone il concetto sotteso. A causa di questa confusione, si finisce anche per confondere la gelosia per un atto d’amore”.
Secondo il pedagogista, per i genitori esisterebbe una sorta di “gelosia buona”, quella che permetterebbe loro di proteggere i propri figli. Il problema è che il confine tra protezione e possesso è molto sottile.
“La protezione sottende sempre un pensiero di proprietà, ossia si protegge ciò che ci appartiene, ma i figli non ci appartengono. L’educazione di un figlio, infatti, non ha niente a che fare con la proprietà, ha a che fare con l’opposto, ossia il desiderio di renderlo libero”.
Dunque secondo il pedagogista questa protezione nei confronti dei figli, dal momento che diventa immediatamente gelosia, non esiste, perché i bimbi devono crescere con la consapevolezza che la relazione che li lega ai genitori non è vincolante.
“Sono convinto che i genitori che confondono questi piani per atti d’amore lo facciano in buona fede, pensando che quello che è un atto di proprietà sia invece la manifestazione del loro amore. Questo fa parte di un retaggio culturale molto antico, di una vera e propria distorsione educativa che i social non sempre aiutano a superare. Anche se il fatto che un contenuto del genere non faccia più ridere tutti è molto positivo”.