Cos’è l’interazione attiva nell’ambito educativo: i metodi di Montessori e Dewey alla Maturità 2024
La seconda prova del liceo di Scienze Umane affronta il tema del ruolo dell’ambiente all’interno del processo educativo. Fanpage.it ha analizzato la traccia insieme al pedagogista Luca Frusciello.
È iniziata ufficialmente la seconda prova scritta dell’Esame di Stato 2024, quella in cui gli studenti italiani si cimentano con le materie d’indirizzo di studi. Se infatti i ragazzi del liceo classico dovranno vedersela con una versione di Platone e i colleghi dello scientifico avranno a che fare con problemi e analisi matematiche, gli studenti del liceo di Scienze Umane sono chiamati a sviluppare una traccia sull’interazione attiva nell’ambiente educativo, in cui gli studenti sono coinvolti in modo dinamico e partecipativo al proprio apprendimento.
Per sviluppare il proprio elaborato, gli studenti dovranno partire da due documenti tratti dalle opere di John Dewey e Maria Montessori per ragionare sul ruolo dell’ambiente educativo per stimolare e incoraggiare l’apprendimento.
“Entrambi i pedagogisti criticano il fatto che la scuola sia incentrata sui fatti mentali e non sui fatti interpersonali e morali” spiega a Fanpage.it il pedagogista Luca Frusciello.
“Mentre Dewey però si concentra maggiormente sulla concezione etica dell’educazione, Montessori privilegia l’aspetto cognitivo dell’esperienza come costruttrice del sapere”.
Che cos’è l’interazione attiva nell’ambito educativo
L’interazione attiva si riferisce a un approccio all’apprendimento in cui i ragazzi diventano i protagonisti della propria educazione, superando il semplice ascolto passivo delle lezioni e stimolando la partecipazione attiva.
Secondo tale visione, il ragazzo viene responsabilizzato come primo artefice della propria crescita come individuo attraverso un rinnovato rapporto con la figura dell’insegnante, lezioni interattive, lavori di gruppo, progetti pratici e, come evidenziato dalla traccia della seconda prova, ambienti accoglienti e a misura di studente.
Questo sistema mira dunque ad un’esperienza di apprendimento più coinvolgente, efficace e significativa per i ragazzi, sfruttando una varietà di tecniche e strumenti per stimolare la partecipazione e l’interazione attiva sia nel rapporto studente-insegnante, sia nella relazione con gli altri compagni.
Il metodo Montessori e il bambino al centro della propria crescita
Il metodo pedagogico di Maria Montessori si basa su un approccio educativo centrato sul bambino e promosso attraverso l’autoeducazione, la scoperta autonoma e, per l’appunto, un ambiente adatto a stimolare la curiosità e l’indipendenza.
Le aule Montessori sono infatti dotate di strumenti didattici specializzati che incoraggiano l’apprendimento pratico e sensoriale: banchi e sedie su misura, materiali a piena disposizione degli studenti e un continuo contatto con la natura.
In questo ambiente l’insegnante svolge il ruolo di guida, più che di distributore di nozioni, e osserva e supporta i bambini senza intervenire direttamente nel loro processo di apprendimento.
“Per la Montessori il bambino deve avere accesso a tutto ciò che l’ambiente circostante ha da offrire in modo da poter sviluppare la propria autonomia” sottolinea Frusciello.
“Lo spazio educativo montessoriano dunque non offre attività, ma strumenti proporzionati all’età con i quali lo studenti può sfruttare le proprie competenze e la propria creatività per costruire le proprie attività d’apprendimento”.
Il concetto di esperienza in Dewey
Il concetto di esperienza in John Dewey è centrale nella sua filosofia educativa e si basa sull’idea che l’apprendimento avviene attraverso l’interazione dinamica tra l’individuo e l’ambiente.
Questo significa che l’apprendimento non avviene in isolamento, ma attraverso il coinvolgimento attivo con il mondo esterno, incluse persone, oggetti e situazioni.
L’apprendimento, per Dewey, è infatti spesso innescato dalla risoluzione di problemi reali: per questo gli studenti sono chiamati ad affrontare situazioni problematiche che richiedono indagine, sperimentazione e riflessione, favorendo lo sviluppo di abilità pratiche e cognitive. Per raggiungere questo scopo però, l’ambiente nel quale si svolge il processo educativo ricopre un ruolo di primissimo piano.
Come ricorda il pedagogista Frusciello, nella concezione Dewey l’ambiente educativo “è quello che permette d’inibire le differenze di partenza e fare in modo che le attività in classe siano a portata di tutti”.
“È la differenza tra uguaglianza ed equità: un bambino può essere povero, ricco o straniero e ciò crea delle differenze di partenza. L’ambiente educativo deve quindi consentire a chi parte più indietro di accedere a strumenti che permettano di recuperare terreno e avere le medesime possibilità degli altri compagni”.